fashion film

Negli ultimi anni, i fashion film sono diventati una tendenza soprattutto nel settore della moda. Si tratta di cortometraggi di durata compresa tra 1 e 5 minuti che vengono utilizzati da designer e grandi marchi per presentare un nuovo prodotto o una collezione dal concept innovativo. Spesso, anche coloro che sono alle prime armi possono usare questo strumento mediatico per ottenere visibilità e comunicare qualcosa.

Al Fashion Film Festival di Milano dello scorso gennaio sono state in gara quasi duecento opere quelle in concorso pervenute da quasi 60 Paesi in tutto il mondo con linguaggi diversi per narrazioni che hanno spaziato dal documentario al fictional, dalla denuncia sociale alla sperimentazione artistica fino alla moda.

Su tutti ha trionfato “Le Mythe Dior” di Matteo Garrone. La collezione della leggendaria casa francese si fregia di un racconto pervaso da un’estetica di rara suggestione. All’ interno dell’ opera di Garrone appare la tematica del sogno, la sperimentazione surrealista, la fiaba: tutto ciò contribuisce a creare attrattiva oltre a dare vita ad un0opera dal grande valore artistico.

C’è sempre spazio però, anche per il Miglior Fashion Film italiano esordiente ovvero Embodiment di Ced Pakusevskiy per Barbara Bologna.

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Cos’è un fashion film

È un modo alternativo di intendere la pubblicità, in cui l’idea di una collezione si trasforma in una storia spiegata in uno stile più cinematografico per creare emozione e raggiungere il pubblico.

Alcuni dicono che il Fashion Film sia ancora un genere sperimentale, in via di sviluppo e in pieno svolgimento. Altri sostengono che sia la naturale evoluzione della fotografia di moda, pronta a conquistarla e soppiantarla. I più audaci osano definirlo: un brano audiovisivo, di solito di breve durata, solitamente tra 1 e 5 minuti, con una ricca estetica visiva ereditata dalla fotografia di moda e una narrazione a cavallo tra video musicale, spot pubblicitario e cortometraggio di finzione.

In ogni caso, il Fashion Film esiste e cresce. E non è più solo uno spot pubblicitario dove il narratore deve limitarsi al prodotto che pubblicizza e agli scarsi 30 secondi consentiti dal mezzo. Il nuovo mezzo, che ha trovato il suo habitat naturale in internet, viene aiutato da questo mezzo a diventare piccole opere d’arte, piccoli pezzi d’autore. Il suo successo ora dipende in gran parte dalla sua qualità e i suoi codici stanno varcando i suoi stessi confini.

La scenografia è molto importante nei fashion film di moda perché la loro missione è raccontare una storia visivamente. In questi pezzi che uniscono cinema e moda l’estetica dovrebbe essere molto importante, perché fa credere alla storia che si racconta. È un format che sta guadagnando peso e sembra che la sua importanza stia aumentando, il pubblico e i consumatori stanno diventando più esperti e critici su ciò che scelgono di vedere. Per i marchi questo mezzo può essere interessante perché mostra il modello o l’attore che si muove con i loro vestiti offrendo però una descrizione più completa del prodotto, in un modo sofisticato e bello da vedere.

Nei fashion film, registi e scenografi si sentono più liberi di esplorare la nostra creatività. Ai registi piace molto questo format che fa venire voglia di sperimentare, è un nuovo genere molto speciale, che pone un’equazione completamente diversa tra narrazione e creazione di immagini.

Sono pezzi di video in cui viene narrata brevemente una storia sull’identità o l’immaginazione di un marchio. Lungi dalla pubblicità convenzionale, non vendono un prodotto ma uno stile di vita e sono governati da una massima: libertà creativa di fronte alla necessità di mostrare un prodotto, diventando microfilm lontani dai canoni commerciali.

Cosa c’è dietro un “fashion film” e qual è la chiave del successo? Queste produzioni hanno un proprio dizionario di parole chiave, tra cui creatività e lavoro di squadra sono capisaldi. Il chiaro obiettivo di un” fashion film “è “trasmettere” perché, sebbene siano prodotti spesso da marchi commerciali, sono puro cinema, respirano arte ed estetica e raccontano una storia.

Il ‘fashion film’ permette alla moda di ridere di se stessa, avvicinandola allo spettatore e sottraendo l’aspetto di serietà che di solito le è attribuito. Qui si può vedere una collezione che non viene venduta ma piuttosto viene trasmesso uno stile di vita o l’ideologia o il concetto del marchio.

Di Silvia