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Aprire una partita iva è una procedura che richiede l’esecuzione di diversi passaggi oltre a documentazione specifica ed un costo successivo in relazione al regime prescelto. In generale, si tratta di un’operazione che si esegue attraverso la compilazione di un modulo fornito direttamente dall’Agenzia delle Entrate senza alcun costo aggiuntivo.

Queste operazioni però si possono aggravare e comportare delle spese perché ci sono delle scelte antecedenti da effettuare per le quali nella maggior parte dei casi è necessario rivolgersi ad un esperto del settore che sa consigliare al cliente la soluzione migliore per le proprie necessità.

Per alcune professioni inoltre potrebbe essere necessaria la preventiva iscrizione alla Camera di commercio oppure ad un albo professionale con i costi che questo comporta.

Requisiti per aprire una partita iva

L’ordinamento italiano prevede dei requisiti specifici per l’apertura della partita iva, in primis è necessario essere maggiorenni, in possesso della capacità di discernimento e residenti nel territorio italiano. A questo punto, per la compilazione dello specifico modulo necessario si dovrà conoscere la forma giuridica prescelta per l’esecuzione della propria attività.

In generale, questa scelta si riduce in società di persone, ditta individuale o società per capitali. Questo dettaglio deve essere ben ponderato poiché andrà ad incidere sullo sviluppo futuro della propria attività oltre che del regime di pagamento che verrà addebitato al titolare della partita iva.

Sarebbe opportuno quindi essere esperti in materia o rivolgersi a dei professionisti che sappiano consigliare gli adempimenti in linea con le prospettive.

Regime contabile e fiscale

In Italia i regimi fiscali sono tre:

  • regime forfettario: adatto alle attività più piccole consente al titolare di ottenere un’agevolazione pari al 15%.
  • regime semplificato: indicatore per coloro che vogliono aprire una piccola azienda con agevolazioni dal punto di vista della gestione in relazione alla redazione e tenuta di scritture contabili.
  • regime ordinario: che impone l’obbligo di redigere un bilancio biennale e tenere ordinate le scritture contabili.

Infine, si dovrà scegliere il codice ATECO presente sul sito ISTAT più in linea con l’attività svolta in relazione alla possibilità di poter chiedere agevolazioni e bonus fiscali in corso d’opera. Anche per questo adempimento, è consigliabile rivolgersi ad un esperto che sappia consigliare al meglio le regole da applicare.

I documenti da compilare sono disponibili online oppure tramite il CAF che si occuperà dell’intera procedura. La partita iva deve essere aperta entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, in generale le tempistiche sono ridotte, bastano poche ore dalla richiesta per ottenerla.

La scelta del regime fiscale su cui optare dipende dalla tipologia di attività che si esegue e per questo si possono ottenere dei risparmi in relazione al fatto che nel regime ordinario si appartiene a determinati scaglioni di reddito in quello forfettario si pagano le tasse solo su una parte degli introiti.

In generale, gli aspetti da prendere in considerazione sono: gli incassi annui, la presenza di collaboratori e spese che si devono sostenere. Se il totale degli incassi è inferiore agli ottanta mila euro, il consiglio è quello di preferire il regime forfettario poiché sarà possibile ottenere un guadagno dal punto di vista dei bonus e delle agevolazioni messi a disposizione ogni anno dalla legge di bilancio. Invece, chi ha dei collaboratori, dovrà automaticamente preferire il regime ordinario al superamento dei ventimila euro annui, con l’aggiunta delle spese che questo comporta.

Durante i primi anni di attività in cui le spese sono superiori al 20% dei ricavi, per ottenere un risparmio è conveniente scegliere il regime ordinario per i primi tempi per poi eseguire una modifica qualora il volume degli affari non decolli, scegliendo il regime forfettario.