banner accademia polacca

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una netta inversione di rotta del mercato automobilistico. I tempi in cui potenti motori diesel e benzina la facevano da padrone sono ormai lontani e in futuro sono destinati a diventare una nicchia esclusiva per pochi “eletti”. Sono pochi i costruttori che non hanno ancora messo a listino vetture ibride o 100% elettriche, ma, come riporta Fanpage.it, entro il 2035, almeno per quel che riguarda l’Europa, tutti i brand saranno obbligati a proporre esclusivamente veicoli elettrici e il che esclude anche ibride elettrificate e a metano o GPL. Lo ha stabilito in via definitiva l’Unione Europea nelle scorse settimane.

Ciò, però, non significa che da quella data in poi saremo obbligati a rottamare la nostra auto a benzina o diesel – peraltro la misura riguarda soltanto il mercato del nuovo e non dell’usato al momento -, bensì che nei concessionari non troveremo più macchine con motore a combustione tradizionale.

Per la loro scomparsa definitiva, stando alle ultime, la deadline è fissata al 2050, ma molto dipenderà da come si evolveranno le tecnologie e da eventuali compromessi che raggiungeranno attori del mercato e istituzioni.

A prescindere da quel che sarà, in molti hanno già provveduto ad acquistare un’auto elettrica, anticipando di gran lunga le scadenze spinti dalla volontà di voler dare il proprio contributo nella lotta al cambiamento climatico.

Quello che stiamo vivendo oggi non è un periodo semplice e per questo c’è l’obiettivo comune di voler ridurre l’inquinamento in generale. Scegliere una vettura a zero emissioni, quindi, si colloca proprio in questo contesto e, dati alla mano, come riporta il sito de La Stampa, a inizio 2023 le auto elettriche immatricolate ammontavano a 171.196 unità.

Un numero ancora esiguo rispetto alla popolazione italiana ma che comunque attesta un aumento di questo tipo di veicoli rispetto all’anno scorso. E con il passare del tempo, anche grazie al contributo dello Stato che via via eroga bonus per il loro acquisto, il numero è destinato a salire in futuro.

Come ricaricare un’auto elettrica

Insomma, se tutto va come deve andare, sempre più automobilisti sceglieranno una vettura elettrica e dunque potrebbe essere utile iniziare ad informarsi su come si possono ricaricare anche per i futuri possessori di un EV (electric vehicle). Sicuramente, avrete già visto le colonnine di ricarica presenti in diverse zone della vostra città. La loro presenza non è ancora capillare, ma, con il numero di auto a zero emissioni destinato a salire, anche la loro presenza aumenterà.

Ebbene, è prassi piuttosto consolidata passare la tessera dedicata sul display – ogni colonnina ha un suo gestore che richiede l’iscrizione al servizio -, prendere la spina e attaccarla nell’apposita presa della vostra auto solitamente collocata sulla fiancata nella parte posteriore o anteriore (ma anche al posto del logo anteriore in determinati casi).

Tuttavia, può anche capitare di rimanere senza carica nella batteria e quindi sapere come funziona la ricarica domestica potrebbe fare al caso vostro. Di seguito alcuni consigli in merito per non avere problemi con la corrente di casa.

Ricarica auto elettrica, come farlo a casa

Ormai da casa si può fare tutto. Lavorare, allenarsi con coach che vi seguono passo passo, giocare con amici da remoto o anche da soli che sia ai videogame oppure con intrattenimenti di nicchia come i casino online o i giochi dotati di visori VR. E quindi perché non ricaricare anche l’auto comodamente dalle prese di casa, anche perché, nonostante i vari aumenti sui costi dell’energia, le tariffe domestiche restano quelle più economiche rispetto alle colonnine che trovate in giro. Insomma, un incentivo in più per ricaricare l’auto a casa propria.

Per farlo, basterà acquistare una wallbox o una presa di corrente apposita in grado di resistere anche ai carichi più elevati e prolungati. Per questo, se non lo avete fatto, vi servirà anche aumentare la potenza del vostro contatore (nella maggior parte dei casi basta chiamare il servizio clienti del vostro fornitore e pagare un extra) ed eventualmente verificare se lo stesso contatore è ad utilizzo singolo (per la vostra abitazione) o condominiale (in questo caso l’elettricità consumata ricadrà su tutti). In quest’ultimo caso, sarà altresì necessario dotarsi di una linea dedicata esclusivamente per la nostra abitazione.

Attenzione poi ai chilometri che più o meno percorrete ogni giorno. Per chi non va oltre gli 80-90 km, può bastare un caricatore portatile, mentre se si arriva sui 150-180 km servirà un caricatore monofase da 13A (3,6 kW). Se poi si vuole stare tranquilli, anche perché magari avete in mente di effettuare viaggi lunghi, meglio in tal caso un caricatore da 6 kW.

Il consiglio di massima, poi, è quello di ricaricare l’auto soltanto per quello che serve, in base alla lunghezza del viaggio che intendete fare. Così facendo, si allungherà la vita della batteria che, riporta il sito specializzato Newsauto, andrebbero utilizzate dal 20 all’80%.