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Anche se il loro nome potrebbe farlo pensare, i refrigeranti naturali non hanno origine dalla natura, e – al pari di tutti gli altri refrigeranti che si possono trovare sul mercato – vengono prodotti a livello industriale. E allora da dove deriva la loro denominazione? Semplicemente, si parla di refrigeranti naturali dal momento che si tratta di sostanze, come per esempio l’anidride carbonica o l’ammoniaca, che si trovano anche in natura. Nel novero dei refrigeranti naturali che vengono utilizzati più di frequente ci sono, per esempio, gli idrocarburi come l’isobutano o il propano.

Dorin e il settore della refrigerazione

Nel settore della refrigerazione, una delle industrie italiane più importanti e conosciute anche a livello mondiale è la toscana Dorin, fondata nel lontano 1918 (anche se si occupa di condizionamento dell’aria solo dal 1932). Una storia lunga più di un secolo è alla base di un’azienda consolidata che sa coniugare la ricerca dell’innovazione con il meglio della tradizione: tutti i prodotti sono realizzati con le migliori pratiche a livello artigianali e meccaniche, grazie a soluzioni che sanno assicurare un risparmio consistente e i livelli di efficienza energetica più elevati. Con le competenze di un team di professionisti, tra ingegneri, esperti di marketing e specialisti della finanza, Dorin sa sempre disegnare proposte adatte alle necessità dei clienti e capaci di andare incontro a tutte le loro aspettative.

Perché scegliere i refrigeranti naturali

Una delle ragioni per le quali è da considerare vantaggioso il ricorso ai refrigeranti naturali ha a che fare con la loro convenienza economica. La loro produzione, infatti, non è costosa, ma oltre a questo aspetto c’è da tenere conto anche della disponibilità a lungo termine. Inoltre, i refrigeranti naturali garantiscono la massima sicurezza di investimento, in quanto sono in grado di assicurare un efficiente funzionamento degli impianti di condizionamento aria e di refrigerazione. È pur vero che le voci critiche fanno notare che è più difficile realizzare un impianto che sia basato sui refrigeranti naturali, e c’è anche chi sostiene che, alla resa dei conti, il costo da affrontare sia eccessivo. Si tratta, però, di due concetti che possono essere smentiti con facilità.

La convenienza economica

Se si adotta una visione olistica, e quindi se si tiene conto di tutti i costi che il sistema presuppone, si può facilmente intuire che i costi di vita dei sistemi di refrigerazione che adottano i refrigeranti naturali sono i più bassi, a partire dall’installazione per arrivare allo smaltimento (e quindi non limitandosi a valutare solo la fase di funzionamento).

L’impatto ambientale

C’è anche un altro fattore che dovrebbe indurre a privilegiare i refrigeranti naturali, e cioè il loro ridotto impatto ambientale. Che si parli di isobutano, di propano, di anidride carbonica o di ammoniaca, si ha in ogni caso a che fare con refrigeranti naturali neutri sotto il profilo climatico. Questo vuol dire che non contribuiscono al riscaldamento globale, o comunque lo fanno solo in minima parte, se confrontati con i più diffusi refrigeranti fluorurati che si trovano in commercio. Entrando più nel dettaglio, si parla di un GWP – acronimo che sta per Global Warming Potential – compreso tra 0 e 5.5.

I sistemi di refrigerazione del futuro

Si può affermare, dunque, che i sistemi di refrigerazione che prevedono l’impiego di refrigeranti naturali possano essere in grado di assecondare la domanda globale di raffreddamento: una domanda che, per altro, è in costante crescita. La loro sostenibilità fa sì che i refrigeranti naturali possano essere utilizzati per il condizionamento dell’aria senza che ci si debba preoccupare di una loro inesistente pericolosità a livello ambientale.