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Siamo abituati a sentir parlare di alimentazione bio, di tessuti bio, di carburanti bio. I prodotti bio (biologici) ci circondano e riempiono la nostra vita. In pochi sanno che anche nel mondo dell’edilizia esistono prodotti bio, si parla infatti di bioedilizia quando la progettazione architettonica di un elemento avviene secondo principi di sostenibilità riducendo gli impatti negativi sull’ambiente.

Un elemento architettonico biologico che non tutti conoscono è l’intonaco, per l’appunto il biointonaco.

Vediamo perché si chiama così e quali sono le differenze con l’intonaco tradizionale.

Breve introduzione sull’intonaco tradizionale

 Prima di entrare nel dettaglio di cosa sia il biointonaco, facciamo un breve resoconto su cosa sia l’intonaco di finitura per esterni tradizionale, le sue principali caratteristiche, le sue funzioni e la sua composizione.

L’intonaco è un composto fatto di malta a base di acqua, sabbie selezionate con l’aggiunta di un legante minerale. È un rivestimento o finitura superficiale delle pareti in muratura. Ha molteplici scopi: serve per livellare la parete e renderla uniforme, per proteggerla dagli agenti esterni ma può anche avere puro scopo decorativo. È rapido da preparare e facile da stendere. Inoltre ha il vantaggio di avere un costo limitato.

A seconda dei tipi di intonaco, è possibile applicarlo sia su pareti d’interno che d’esterno. Nel primo caso dovrà essere in grado di resistere agli agenti atmosferici, nel secondo caso dovrà prevenire la formazione di muffe e aloni dovuti all’umidità. In questo caso quindi ha una terza funzione che è quella della sicurezza in relazione alla salubrità dell’ambiente in cui viene applicato.

Può essere applicato con uno spessore di pochi millimetri o di qualche centimetro, in relazione al suo scopo.

Visto le differenti funzioni, esiste ampia scelta sulle tipologie di intonaco in commercio. Si distingue un intonaco da un altro in base allo al suo spessore, ai tempi di posa e se è previsto che ricopra una sola funzione o più. Ad esempio un intonaco può avere la sola funzione protettiva o solo decorativa oppure fungere da protezione e decorazione contemporaneamente. In ogni caso è importante sapere dove si trova la parete da intonacare e le sue caratteristiche principali per poter scegliere la tipologia più adatta.

Su una parete si susseguono più strati di intonaco:

  • Il primo strato, a contatto con la parete si chiama rinzaffo: livella la superficie, ne regola l’umidità e favorisce l’adesione dello strato successivo;
  • Il secondo strato, sopra il rinzaffo, è l’arriccio, che aumenta la resistenza meccanica e la tenuta idrica;
  • Il terzo e ultimo strato serve come finitura estetica.

Il Biointonaco

Quanto detto sopra è generale e vale per tutti i tipi di intonaco. Non fa eccezione il biointonaco il quale differisce dagli altri solo per la composizione, è infatti un composto le cui componenti sono naturali: calce, sabbia, acqua, e altri elementi naturali o derivanti da scarti di differente tipo che gli forniscono le caratteristiche tecniche ed estetiche desiderate. Ad esempio è possibile aggiungere canapa, cocci polverizzati o scarti di agricoltura.

Fra i prodotti disponibili sul mercato esiste un biointonaco risanante antimuffa e anticondensa, termoisolante consigliato soprattutto in caso di pareti umide. In questo caso si tratta di un intonaco di fondo (che ora sappiamo chiamarsi rinzaffo) preconfezionato in polvere Eco-sostenibile e Bio-compatibile. Le sue componenti non sono dannose per l’uomo e per l’ambiente ed è riciclabile come inerte a fine vita.