C’è chi li ammira, chi segretamente ne vorrebbe ripercorrere le orme, chi li considera poco più che perdigiorno e c’è chi li caccerebbe dalle strade. Parliamo degli artisti di strada, menestrelli o giocolieri, musicisti e circensi, persone che vivono l’arte sulle strade del mondo, fra la gente, senza paura di essere giudicate dai passanti ma che anzi dalla gente cercano nuova linfa per nutrire la propria espressività.

Gli artisti di strada, siano essi musicisti, giocolieri, pittori, acrobati, hanno sposato non solo una peculiare concezione dell’arte, ma anche uno stile di vita che li vede raminghi per le piazze e le vie delle città del mondo, da Roma a Vienna, da Berlino ad Amsterdam, dall’Europa alle Americhe.
C’è chi in strada sceglie di esibirsi per racimolare qualcosa, chi per fare esperienza, chi per brevi periodi della propria esistenza, chi invece decide che la sua vita sarà lì, a raccogliere applausi e – talvolta – risa di scherno e insulti, ma comunque in mezzo alla gente, alle persone di ogni tipo, amichevoli e no.

Durante il periodo natalizio le strade si riempiono di artisti che sperano nella generosità delle persone, notoriamente più portate a donare durante l’attesa del Natale: i busker, così si chiamano in gergo, non si limitano però a esibirsi durante le feste, ma puntano a fare della strada il proprio palcoscenico 365 giorni l’anno.

La strada raccoglie gli artisti più disparati: il danzatore che sin da piccolo si muove sulle punte; lo studente del Conservatorio che, tra una sonata e l’altra, mette la prova le sue capacità davanti al variegato pubblico cittadino, magari inconsapevole di ciò che sta ascoltando; il musicista folk che canta le canzoni di Leonard Cohen; il “madonnaro” che esercita le proprie abilità figurative disegnando icone sacre; il giocoliere che prova quel numero che ha ancora bisogno di essere rifinito.

La vita di strada, tuttavia, non è facile. Non tutti quelli che tentano questa strada poi la perseguono per tutta la vita: troppe insicurezze, troppe difficoltà, tra guadagni che a volte sono scarsi e regole sempre più stringenti. Inoltre, gli artisti di strada sono spesso rappresentati come eccentrici, strani, outsider della società, ma spesso sono più vicini a noi di quanto si pensi; condividono molti aspetti con gli appassionati del gioco, non ultimo una certa propensione all’incertezza su come andranno le cose.

C’è poi da aggiungere che le condizioni per gli artisti di strada variano molto a seconda della città in cui ci si esibisce. In Italia non c’è un regolamento unico, ma leggi e regolamenti variano da regione a regione, da città a città: per esempio, se a Firenze le difficoltà sono numerose (per esibirti devi risiedere in città) così come a Milano (che richiede una regolare registrazione su un apposito sito per potersi esibire), a Bologna le cose sono più semplici.

In Europa, poi, la situazione è ancora diversa: a Colonia, in Germania, i musicisti di strada possono suonare tranquillamente, purché rispettino poche regole e cambino posto ogni mezz’ora. Londra, poi, è un unicum: gli artisti di strada, i busker, hanno l’appoggio del sindaco ed esiste un sito, Buskinlondon.com, in cui possono trovare tutte le info per praticare la propria arte nella City, oltre a dare la possibilità di creare un profilo, essere informati su eventuali competizioni attive e conoscere anche gli ambasciatori: artisti famosi che hanno deciso di appoggiare l’arte di strada

I pro e i contro della vita di un artista di strada sostanzialmente si equivalgono; dipende da cosa si cerca dalla vita e quanta voglia si ha di abbandonare un po’ di sicurezza in cambio di un’esistenza non ingessata nel classico rituale lavoro-casa-famiglia.

Scoprire qualche storia di artisti di strada che hanno scelto consapevolmente questa vita può essere utile a chi pensa di portare la propria arte per strada per capire se possa fare al caso proprio oppure no.

Storie di artisti di strada: tra sogni e difficoltà

Da anni quotidiani, tg e rubriche televisive dedicano spazio agli artisti di strada, ai busker, a chi “si butta” nelle fauci della città per amore dell’arte, a chi prova a coronare il proprio sogno tra mille difficoltà.

Qualche anno fa, Repubblica ha raccontato la storia di Dario, un percussionista con una formazione di altissimo livello (collegio Saint Louis di Roma) che, dopo aver trascorso qualche anno a insegnare, ha deciso di tentare la via della musica di strada. A Londra ha cominciato, e a Berlino ha trovato la forza per non abbandonare i suoi propositi. Dario suona oggetti riciclati, dagli scarti industriali alle catene, dalle pentole ai secchi; ama sperimentare e ama la strada, “il più ampio palcoscenico che un artista può avere”. Nei locali, le persone scelgono di venirti a vedere; nelle vie della città, l’artista di strada può anche venir considerato una scocciatura, un intralcio.

Parmateneo, invece, qualche mese fa ha dato voce a Enzo, giocoliere salentino, che ha cominciato a fare il busker a 19 anni e, dopo vent’anni, continua nel suo percorso da artista di strada. E pensare che tutto cominciò quando, poco più che ragazzino, si imboscò in un festival di artisti di strada e, occupando una postazione abbandonata, in compagnia di un amico mostrò le sue doti di giocoleria guadagnando le prime lire. Di lì in poi, un crescendo che l’ha portato a scegliere con gioia la vita dell’artista di strada. Ciò che evidenza Enzo è la bellezza nascosta dietro un’esistenza lontana dal grigiore della routine: per strada si fanno conoscenze interessanti, si scopre il mondo, si fa esperienza delle persone. Ciò che conta, secondo Enzo, è sì il talento, ma soprattutto il lavoro, il duro lavoro.

Dalla Sardegna, poi, arriva la bella storia de Sa Ruga (la strada), evento organizzato dai ragazzi di Circo Mano a Mano, promotori di un festival circense internazionale che anima le strade della città di Cagliari nel mese di ottobre.  I ragazzi dell’associazione organizzano ogni anno l’evento con l’intento di creare un momento di coesione sociale attraverso le arti di strada, tra giocoleria, danza, equilibrismo, prestidigitazione, musica e teatro di strada.

L’ultima edizione 2018 ha portato fra le strade della Sardegna 18 compagnie gratuitamente, dedicando addirittura un workshop agli artisti locali.
Questo evento dice tanto a proposito dell’arte di strada, non “minore”, non “scadente”, non “improvvisata”, ma arte a tutti gli effetti, popolare e democratica.

Moltissimi artisti di strada raccontano di quanto sia bello girare le città, conoscere nuove culture e persone interessanti, non rimanere fossilizzati nella propria piccola cerchia di amici e conoscenze, e sostengono che l’arte dalla strada tragga nutrimento e linfa vitale che alimentano, in modo virtuoso, creatività e immaginazione. Certo, c’è anche chi evidenzia le difficoltà dietro questa vita piena di incertezze, in cui la stabilità non esiste – se non per brevi periodi – e che può mettere a dura prova anche il più convinto assertore della vita da busker.

Resta il fatto che l’arte di strada, finalmente, ha acquisito una sua dignità: chi si esibisce in strada non è uno scansafatiche, non è un artista minore, non è uno che si arrabatta, non è uno che tira a campare. È un artista, magari diverso da chi si esibisce nei teatri più prestigiosi, ma non meno valido, non meno bravo, comunque degno di calcare il palcoscenico più grande e popolare che ci sia: la strada. E magari strappare un applauso.