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Giacomo Leopardi è uno dei letterati più importanti della storia italiana. Recanatese, vissuto fino all’età di 39 anni è ancora oggi affascinante e al contempo malinconico ed enigmatico, tremendamente attuale nei suoi pensieri in versi. Giacomo Leopardi, schivo, solitario, introspettivo, è stato anche un bambino prodigio in quanto imparò il latino da autodidatta, il greco e pure l’ebraico. Ma non è tutto, scopriamo qui le sue opere, curiosità e gli eventi più importanti della sua vita per comprenderne meglio le virtù e le scritture.

Biografia e vita di Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi nacque a Recanati il 29 giugno del 1798 e morì, a 39 anni, a Napoli il 14 giugno del 1837. È stato poeta, scrittore e filosofo, ad oggi considerato un tardo-romantico e un astro solitario perché difficile da paragonare ad altri letterati del suo tempo. Si discosta molto da loro non solo per la sua scrittura, per le tematiche e lo stile, inconfondibile, ma pure per gli ideali. Era infatti

ateo, un vero materialista, molto colto e contraddistinto da una spiccata e rigorosa formazione classica. Questa si evince, ed è conseguenza, dei suoi studi e del suo stile di vita. Nacque da una famiglia nobile ma in decadenza, fu affidato ai precettori ecclesiastici fin da bambino e da lì inizia a coltivare la sua devozione allo studio, alla conoscenza, alle letterature. È considerato un piccolo prodigio e questa sua inclinazione è anche valvola di sfogo, si sente più sicuro di sé tra i suoi libri, nella biblioteca del padre, nel comporre sonetti e poesie già caratterizzate da grande pathos e padronanza letteraria.

Questa sua passione diventa però anche un’ossessione e a risentirne sono la sua vista e la schiena. La vera consacrazione avviene nel 1816, incoraggiato dall’illustre letterato Pietro Giordani, quando iniziano a scrivere lo Zibaldone, l’immenso diario personale dove raccoglie appunti, progetti, riflessioni. A segnare la vita e lo stato d’animo di Giacomo Leopardi anche le tensioni con la famiglia, i genitori vorrebbero conducesse una vita ecclesiastica ma lui era ateo. Iniziò quindi, non appoggiato dai genitori, a girovagare per l’Italia in cerca di sollievo morale e di ispirazione. Si sofferma a Roma, Milano, Firenze, continuando a scrivere e a comporre opere a noi ben note, infine approda a Napoli, dove troverà la morte nel 1837.

Opere e stile di Giacomo Leopardi

Il sommo poeta e letterato Giacomo Leopardi ci ha regalato un’immensa produzione di opere, che sostanzialmente possiamo dividere in tre periodi storici-stilistici ben precisi.

La prima fase produttiva

È permeata da un senso di inquietudine tipico dei giovani, denso di senso di colpa, di ribellione viscerale e che gli permise di creare un suo stile del tutto personale e diverso da quello del tempo, dei suoi colleghi letterati. Spiccano le sue Canzoni civili e gli Idilli, questi ultimi parlano soprattutto dell’Io del poeta, della sua interiorità, tutti con termini e parole che trasmettono anche un senso di infinito, di incompiuto, di vago ed effimero.

La seconda fase produttiva

Si caratterizza per componimenti che sfiorano il filosofico, restando fedeli al suo “pessimismo cosmico” e al suo stile raffinatissimo e impalpabile, volubile, denso di sfumature e che ben sa raffigurare l’animo umano universale. Spiccano opere quali Amore e morte, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Operette morali.

La terza fase produttiva

Qui si evince un rinnovato stile, è evidente una ricerca del nuovo, si denota innovazione stilistica, una freschezza quasi insperata e l’espressività, le descrizioni sono enfatizzate, ancora più migliorate. Tra queste citiamo La ginestra o il fiore del deserto, Il tramonto della luna, Pensieri.

Il sistema filosofico leopardiano

Giacomo Leopardi è considerato il letterato più pessimista della storia. In lui pervade però per lo più la consapevolezza dell’effimero della vita, la caducità dei momenti, anche delle passioni e della gioia. Secondo Leopardi ad esempio la felicità attesa, l’immaginare la stessa era già di per sé la felicità. L’immaginazione è il vero tramite per la contentezza, è una risorsa praticamente illimitata e che può portare a fantasticare su eccezionali momenti felici. Non solo, Giacomo Leopardi vede la noia come desiderio allo stato puro, come condizione ideale per far volare la fantasia.

Di Silvia