MSF staff consulting Syrian refugee Khaled and his child Israa (1,5) in MSF health clinic for children outside the Moria refugee camp on the greek island of Lesbos.

Un viaggio in qualità di volontario in occasione di una missione umanitaria è senza dubbio un’esperienza destinata ad arricchire lo spirito e il cuore, anche se non il portafoglio. Si tratta di una preziosa attività di sostegno e di aiuto del tutto gratuita, visto che le missioni umanitarie non hanno alcuno scopo di lucro; nella maggior parte dei casi esse vengono organizzate da associazioni o privati, e hanno lo scopo primario di aiutare il prossimo, in situazioni e modalità differenti a seconda dei casi. Il volontariato è un tipo di attività che si può praticare da soli o nel contesto di associazioni organizzate, nei settori più diversi.

Partecipare a una missione umanitaria: i consigli utili

Non sono certo poche, per fortuna, le realtà che permettono di prendere parte a missioni umanitarie. I soggetti interessati hanno la possibilità di iscriversi indicando le proprie preferenze, da scegliere fra le diverse attività disponibili per i volontari. Lo scopo di tali attività è quello di garantire un sostegno allo staff in ferma permanente. I volontari si ritrovano, quindi, a stabilire un piano di lavoro. In vista di una missione umanitaria, ci si può iscrivere online o presentare la propria candidatura attraverso un incontro di persona, o anche su Skype.

I requisiti per prendere parte a una missione umanitaria

Nella maggior parte dei casi la partecipazione a missioni umanitarie non presuppone il soddisfacimento di requisiti specifici: non occorre essere in possesso di qualifiche particolari, fermo restando che si tratta di un tipo di attività che richiede una buona dose di entusiasmo, di energia e di pazienza, anche per evitare di scoraggiarsi di fronte alle prime difficoltà. Ogni volontario che decide di iscriversi a un particolare progetto umanitario si ritrova ad affiancare il personale presente e a supportare il suo lavoro. Una volta completata l’iscrizione, un responsabile dell’associazione indica il ruolo che si dovrà ricoprire, scelto ovviamente in base alle conoscenze e alle competenze di cui il volontario è in possesso.

Il percorso di studi

Come è facile immaginare, comunque, le organizzazioni che curano e gestiscono le missioni umanitarie tentano di sfruttare il più possibile le abilità dei volontari che hanno seguito un percorso di studi specifico. Nel caso in cui il percorso di studi abbia a che fare con le discipline sociali, mediche o educative, inoltre, è possibile far valere la partecipazione alla missione anche come stage all’estero. Chi sta studiando o ha appena finito di studiare sociologia, scienze della formazione o psicologia ha la possibilità di entrare in contatto con l’organizzazione di riferimento al fine di definire tutti i dettagli del proprio progetto.

Il turismo responsabile e i viaggi solidali

È importante, in conclusione, mettere in evidenza la differenza tra il turismo responsabile e i viaggi solidali. Definito anche come turismo sostenibile, il turismo responsabile consiste in un approccio al turismo che presta attenzione non solo alle popolazioni che vivono nel luogo in cui ci si reca, ma anche all’ambiente. I turisti responsabili devono agire in modo da rispettare le culture con cui entrano in contatto e rispettare per quanto possibile il benessere della popolazione. Un approccio di questo tipo è caratteristico, fra l’altro, dei Paesi in via di sviluppo o del Terzo Mondo. Si può parlare a tutti gli effetti di ecoturismo, un contesto che prevede di aiutare le persone e al tempo stesso di tutelare l’ambiente.