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Il Codice civile italiano, nei suoi tremila articoli, comprende le norme che disciplinano i rapporti giuridici tra privati e trovano nel processo civile il loro strumento di applicazione. Le dinamiche instaurate dalle leggi complementari, sopravvenute durante il suo percorso, rendono la normativa contenuta nel codice, emanato nel 1942, aderente ai tempi nuovi.

 

1. Codice civile e diritti tutelati: il principio di legalità

Il ruolo della legge è quello di essere applicabile anche all’interno di contesti suscettibili di cambiare nel tempo: per questo, la disciplina legislativa è generale, astratta, sempre modificabile e non prevede di regolamentare singole ipotesi concrete.

Il nostro ordinamento giuridico fa assolutamente riferimento a questi principi: nella fattispecie, il Codice civile presenta requisiti di estrema attualità proprio perché è stato, nel tempo, costantemente aggiornato.
Le norme di cui si compone si occupano di rapporti in materia di famiglia, di proprietà, di contratti, di successione e provengono naturalmente da un contesto giuridico più ampio, il diritto privato.
Parafrasando un’espressione matematica, potremmo dire che il diritto civile sta al diritto privato come la parte sta al tutto e la tutela dei rapporti, disciplinati astrattamente dalle norme, trova concreta attuazione nello strumento processuale, oggetto di specifica legislazione nel Codice di procedura civile.

Per un soggetto estraneo al campo di operatività del diritto, la suddivisione del Codice in libri per argomenti che- pur avendo un denominatore comune- disciplinano fattispecie anche molto diverse tra loro, può non essere di facile comprensione. Consulenza Legale Italia si occupa di fornire pareri e guide di carattere giuridico, volte ad evidenziare il ruolo esplicativo dell’avvocato, anche nell’ambito specifico delle norme di diritto civile.

 

2. Il valore dell’attività giudiziaria per la realizzazione della tutela

Fin dall’inizio, il processo civile è stato visto come uno strumento di assistenza del cittadino, una
funzione pubblica dedicata alla reintegrazione dei diritti.

Anche se questa visione non è stata sempre concordemente condivisa, negli ultimi tempi dottrina e giurisprudenza stanno cercando di mediare le posizioni, riconoscendo che esistono strumenti sostanziali di ricomposizione dei diritti del singolo, con tempi e rimedi forniti dallo stesso ordinamento.
Pertanto, non è il processo che traduce la norma in tecniche adeguate allo scopo, ma è sempre alla legge che spetta questo compito.

La figura del processo civile è, comunque, direttamente collegata al concetto di tutela, tant’è che la realizzazione di quest’ultima coincide con la conclusione del processo, attraverso la pronuncia del giudice ed è in quel momento che si considera completa.

 

3. Il ruolo dell’avvocato e le nuove dinamiche del processo telematico

Sia l’attore che il convenuto, nel momento in cui si trovano coinvolti in un procedimento civile, sanno che la loro presenza fisica nel processo non è necessaria, al pari di quanto sia invece indispensabile la presenza del difensore di ognuno di essi.

Quello che stiamo vivendo oggi, con la possibilità di sospendere la normale attività giudiziaria per il perdurare dello stato di emergenza sanitaria da Covid-19, è un momento ancora diverso e, in più, non ha ancora soluzione di continuità, se non in linea puramente previsionale.

E' per questo che le disposizioni attuali hanno stabilito che i processi civili che abbiano ad oggetto attività urgenti, possano avere svolgimento attraverso collegamenti da remoto: per assicurare il contraddittorio delle parti si è previsto che lo scambio di memorie e note scritte possa avvenire attraverso lo strumento telematico e che la sentenza del giudice venga adottata fuori udienza.

La possibilità di attuare a distanza il ripristino urgente dei diritti dei singoli è un evidente modo di ovviare ad una situazione di difficoltà. In questo contesto non può che affermarsi, con ancora maggiore incidenza, il già fondamentale ruolo della consultazione preventiva: poiché il processo non dà risposte in tempi utili, lo strumento offerto da Consulenza Legale Italia si rivela come il più intuitivo per ottenerle.

La conseguenza di un quadro simile potrebbe tradursi nella convinzione, per il cittadino, che si possa vivere senza l’attività (e l’autorità) giurisdizionale, così come istituzionalmente rappresentata finora.
L’avvocatura, poi, viene messa ai margini di un atteggiamento in solitaria, che si svolge con modalità autoritative e non certo partecipative.

In ogni caso, tutto ciò non può che essere visto nell’ottica di un provvedimento dovuto a una contingenza e va preso per quello che è: un mezzo per superare una situazione di disagio, anche attraverso la rimodulazione dei ruoli.

Di alp