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Il bonus ristrutturazioni rimarrà in vigore fino al prossimo 31 dicembre, in attesa di ulteriori proroghe su cui, però, al momento non è possibile fornire informazioni certe. La detrazione al 50% viene riconosciuta fino a un tetto massimo di 96mila euro di spesa: la somma considerata viene rimborsata in dieci rate annuale. Se non ci saranno cambiamenti dell’ultima ora, comunque, a partire dal 2019 l’agevolazione non sarà più al 50 ma al 36%, e ciò vorrà dire che anche il limite di spesa che potrà essere detratto calerà. Ma quali sono le spese che rientrano nella concessione del beneficio? E qual è il funzionamento esatto di questo incentivo per i lavori di ristrutturazione edilizia?

Cosa bisogna sapere sul bonus ristrutturazioni

Il bonus ristrutturazioni è concesso sia nel caso in cui i lavori vengano pagati in una soluzione unica, sia nel caso in cui il pagamento sia collegato a un finanziamento. Nella seconda eventualità, il contribuente ha il diritto di richiedere il 50% di sconto Irpef, mentre spetta alla società finanziaria che eroga il denaro eseguire il pagamento attraverso il bonifico, tenendo presente che dovrà essere indicato il codice fiscale del soggetto per cui il pagamento stesso viene compiuto. Il beneficiario dell’agevolazione fiscale è tenuto a conservare con cura la ricevuta, in modo tale che la stessa possa essere esibita in caso di eventuali controlli. Per quel che riguarda la compatibilità con gli altri incentivi, il bonus ristrutturazioni consente di usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici ma non può essere cumulato con gli altri bonus casa che la Legge di Bilancio 2018 ha confermato o introdotto, incluso l’Ecobonus al 65%.

Come eseguire il bonifico

Chi intende beneficiare della detrazione concessa per una ristrutturazione chiavi in mano deve tener presente che i pagamenti relativi vanno eseguiti per forza tramite un bonifico postale o bancario. Esso deve contenere l’indicazione della partita Iva o del codice fiscale del soggetto che riceve il pagamento, del codice fiscale di chi usufruisce della detrazione e della causale del versamento, che è la seguente: “Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986”. Il bonus può essere richiesto anche per lavori che riguardino le parti comuni dei condomini: in questo caso è necessario segnalare i codici fiscali del condominio e del suo amministratore. Se, però, il pagamento non viene effettuato dall’amministratore ma da un condomino, è suo il codice fiscale che deve essere indicato. Inoltre, nel caso in cui la spesa venga sostenuta da più persone, tutti i loro codici fiscali vanno segnalati all’interno del bonifico, sempre che esse siano interessate ad approfittare del rimborso.

I dati catastali

Il bonifico parlante è solo una delle condizioni che devono essere rispettate ai fini del conseguimento del bonus. Per essere certi di beneficiare della detrazione fiscale, infatti, non bisogna dimenticare di registrare i dati catastali dell’immobile in cui vengono eseguiti i lavori nella dichiarazione dei redditi. I contribuenti, in particolare, sono tenuti a conservare le ricevute di pagamento dell’imposta comunale e la domanda di accatastamento, in modo tale che esse possano essere mostrate su richiesta all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, è necessario tenere a portata di mano la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori, la tabella della ripartizione delle spese e la delibera dell’assemblea per l’esecuzione dei lavori nel caso di parti comuni di edifici residenziali e tutte le autorizzazioni e le concessioni per lo svolgimento degli interventi.